Intorno all’800 si assistette alla nascita della moda. Attraverso delle macchine per cucire e di telai meccanici, Parigi diede vita alla prima produzione di modelli con prodotti di massa. Nel 1860 ci fu la nascita dell’alta moda che prese il nome di “haute couture “.
L’alta moda è diventato quindi il settore dell’abbigliamento in cui molti creatori di abiti di lusso lavorano. Il settore ruota intorno a differenti case di moda in cui lavorano numerosi disegnatori e stilisti.
La moda nel XX secolo
Nel XX secolo abbiamo assistito quindi alla preparazione di abiti a vita alta al punto che nel 1910 la donna si discosta molto dagli abiti del passato. Basti pensare a Coco Chanel che nel 1920 riuscì ad imporre una figura differente con gonne sopra il ginocchio e capelli corti.
Tutte le maison hanno uno stile personale. Intorno al 1930 si va ad affermare la polo della Lacoste. Nel 1932 in Italia il governo fascista va ad istituire l’ente nazionale della moda mentre nel 1945 la moda Francese riesce a conoscere dei trionfi tutto nuovi con il theatre de la mode il quale va a mostrare dei piccoli manichini vestiti in maniera accurata e accessoriati.
Tra il 1946 e il 1967 il sistema della haute couture entra in crisi. In seguito si va ad imporre un nuovo concetto estetico nel vestirsi insieme a Versace e Giorgio Armani a cui fanno seguito poi dolce e Gabbana, Prata e Gucci. Nel 1980 la moda va a contaminare il look mendicante dei giapponesi. Durante gli ultimi anni del ‘900 si va a diffondersi il vintage, un qualcosa che si identifica in un prodotto un oggetto prodotto durante 20 anni precedenti.
Si tratta di oggetti di produzione antica che preservano le caratteristiche di un fascino superiore a differenza degli oggetti moderni. Intorno agli anni 2000 la moda si trasforma in un qualcosa di facoltativo in cui chiunque ha la possibilità di identificarsi con lo stile che più rispecchia.